Era fredda quella notte d’inverno in cui il giovane fraticello, nell’oscurità della Cappella conventuale, stava pregando le quattro ore notturne in “perfetta letizia” come voluto dalla Regola, quando una figura scivolò silenziosamente nella chiesa.
Correvano gli anni del Signore in cui le chiese erano l’unico rifugio dove poveri, fuggitivi e pellegrini potevano accedere in qualunque ora del giorno e della notte trovandovi riparo ma ancor più protezione.
Udendo del tramestio tra i dormienti il fraticello, fattosi avanti, incrociò quella figura silenziosa che però, con la minaccia di un pugnale, ne stava spingendo un’altra fuori dalla chiesa.
Riconobbe in questo un armato del Principe che, indicandogli una borsa sull’altare, affermò di aver già effettuato il lascito concordato con l’Abate.
Da quella notte, pur notando come quello si prodigasse sempre più nell’aiuto dei poveri, sentì che, comunque, la Regola era stata tradita, a nulla valendo le umane necessità che venivano rammentate a fronte delle sue vibranti contestazioni, che opponevano alla violenza dei tempi l’intransigenza della Regola, al di fuori della quale era solo Compromesso ed Arbitrio.
E fu in quel momento che decise di accollare su di se il costo di riaffermare pubblicamente la priorità della Regola sulle umane miserie, così come gli era stato insegnato.
Questo, molti anni dopo, stava pensando il fraticello quando, stremato per la tortura, udì risuonare, nella piazza ove era stato allestito il rogo, la tonante voce del Grande Inquisitore che gli rivolgeva l’ultimo invito a pentirsi.
“Fra Girolamo” disse: “Pentiti davanti a Dio”.
Ma lui non rispose.
Correvano gli anni del Signore in cui le chiese erano l’unico rifugio dove poveri, fuggitivi e pellegrini potevano accedere in qualunque ora del giorno e della notte trovandovi riparo ma ancor più protezione.
Udendo del tramestio tra i dormienti il fraticello, fattosi avanti, incrociò quella figura silenziosa che però, con la minaccia di un pugnale, ne stava spingendo un’altra fuori dalla chiesa.
Riconobbe in questo un armato del Principe che, indicandogli una borsa sull’altare, affermò di aver già effettuato il lascito concordato con l’Abate.
Da quella notte, pur notando come quello si prodigasse sempre più nell’aiuto dei poveri, sentì che, comunque, la Regola era stata tradita, a nulla valendo le umane necessità che venivano rammentate a fronte delle sue vibranti contestazioni, che opponevano alla violenza dei tempi l’intransigenza della Regola, al di fuori della quale era solo Compromesso ed Arbitrio.
E fu in quel momento che decise di accollare su di se il costo di riaffermare pubblicamente la priorità della Regola sulle umane miserie, così come gli era stato insegnato.
Questo, molti anni dopo, stava pensando il fraticello quando, stremato per la tortura, udì risuonare, nella piazza ove era stato allestito il rogo, la tonante voce del Grande Inquisitore che gli rivolgeva l’ultimo invito a pentirsi.
“Fra Girolamo” disse: “Pentiti davanti a Dio”.
Ma lui non rispose.
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