Trovai i miei ospiti piuttosto agguerriti su una posizione di totale incredulità sull’esistenza di un Creatore.
Sostenevano infatti che la teoria evoluzionistica, ormai pacifica, lo escludeva.
A quel ragionamento obiettai che detta esclusione non poteva trovare ragione in tale teoria, quanto meno sotto l’aspetto logico, atteso che ove si ipotizzi un “inizio” non può negarsi un “prima”, e conseguentemente il Creatore andava ricercato in quel prima.
Ma proprio perché quel prima è, per così dire, fuori dallo “spazio” e dal “tempo”, che sono le categorie entro le quali ci possiamo muovere e ragionare, non ci è dato neppure immaginare il Creatore.
A quel punto la discussione si spostò sulla Trinità, per dichiararne l’assoluta incongruenza.
E fu a quel punto che mi trovai in difficoltà.
L’Angelo, che mi aveva ascoltato
attentamente, mi domandò: “Vedo che sei
ancora molto turbato, e che non mi hai
ancora precisato quale sia stato il ragionamento che ti ha colpito tanto da esitare a farmene partecipe,
quasi temessi di bestemmiare”
“E’ vero” risposi “ sono
turbato, ma non esito perché temo di bestemmiare, ma perché non mi so dare pace
di non essere stato in grado di confutare soddisfacentemente le loro
affermazioni”
“Ma dunque che cosa è stato detto di tanto terribile” mi incalzò
l’Angelo
“Il loro ragionamento si fondava
su queste domande:
Quale Dio è mai quello predicato
da Gesù che pretende la morte in croce del figlio, che è Dio come lui, per
perdonare l’umanità del suo peccato, mentre la terza figura, lo Spirito Santo,
nulla ha da obiettare ?
Non ti vengono in mente i
sacrifici umani che erano dovuti agli Dei per ottenere la loro benevolenza ?
E qual era questo peccato così grave da rendere necessaria una tale
vittima?La mela di Eva e quindi la disubbidienza al suo comando? E ti pare
accettabile tutto ciò?”
“ Povero Gian Carlo” mi rispose l’Angelo “hai subito un attacco in piena
forza di Satana, ma ora calmati e lascia parlare la tua fede .
Mi spiego meglio. Tu non sei stato in grado di rispondere, non perché
la tua fede fosse scarsa, ma perché ti sei rivolto alla tua conoscenza della
fede, e questa per quanto grande non è in grado di confutare Satana quando
questi decida di intervenire in prima persona.
Avresti dovuto chiudere il
cervello ed affidarti completamente allo Spirito Santo che ti avrebbe suggerito
le parole.
Come Gesù disse di fare agli
apostoli, quando si sarebbero dovuti difendere dinanzi i Tribunali.”
“ Ma quale ragione ha spinto Satana a tale durissimo intervento?”
gli domandai “Non credo per minare la mia
fede che, come te, anche lui sa essere incrollabile,”
“Le parole che lui ha messo in bocca ai tuoi amici erano dirette al
loro stessi” mi rispose l’Angelo “ e
non a te.
Voleva infatti confermare a loro
stessi la fondatezza dei dubbi che già avevano.
E la ragione per la quale ti ha
rovesciato addosso tutte insieme quelle problematiche era per confonderti e
farti perdere la calma necessaria per invocare lo Spirito Santo. Ma ora credi
di aver riacquistato quella calma? E se si, che cosa intendi fare?”
“ Mi domandi che cosa io intenda fare perché tu ben sai che io voglio e
devo fare qualche cosa per quegli amici, ed altrettanto sai che una ragione del
mio turbamento consiste nella promessa di inviare loro i miei racconti, ma sai
anche che tale promessa celava la volontà di riprendere, per confutarli, i loro
convincimenti.
Io credo che i miei amici, attaccando così duramente la mia fede, non
intendessero deridermi e, quel che più conta, cercare di farmene dubitare, ma, forse, espormi i motivi che impediscono loro
di credere, nell’assurda, inconscia speranza di una mia parola che instillasse in
loro un fondato dubbio su quanto stavano affermando.
Dunque non parole di conversione, che ben sapevano essere fuori dalla
mia portata, ma semplicemente di fede,
della mia fede.
Questa trova il suo fondamento nel Prologo del Vangelo di Giovanni:
“In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e Dio era il
Verbo.
Questo era in principio presso Dio.
Tutto per mezzo di lui fu fatto e senza di lui non fu fatto assolutamente
nulla di ciò che è stato fatto.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
e la luce nelle tenebre brilla e le tenebre non la compresero.”
Più oltre Giovanni prosegue :
“E il Verbo si fece carne e dimorò presso di noi e abbiamo visto la
sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità”
Io credo in queste parole con cui Giovanni ha cercato di spiegare il
mistero della Trinità.
Dio è il Verbo, ossia
il Logos, come testualmente Giovanni, che scriveva in greco, lo ha definito.
E il Logos per il filosofo Eraclito era è il principio vivente ed
attivo che si diffonde nella materia inerte animandola e portando alla vita i
diversi enti.
« Non ascoltando me, ma il logos, è saggio intuire che tutte le
cose sono Uno e che l'Uno è tutte le cose. »
Principio vivente quindi che dà la vita quindi.
Per Giovanni e per tutti i credenti questo “Principio vivente” è
un’entità inimmaginabile, proprio perché oltre lo spazio ed il tempo, che
crediamo essere il nostro Dio, creatore di “ tutto ciò che fu fatto”
Ma poi Giovanni aggiunge che “ il Verbo si è fatto carne e dimorò
presso di noi”
Dunque non ha senso parlare di Gesù come entità scissa dal Padre,
perché è sempre il Verbo che si è fatto carne.
Di conseguenza non ha senso ritenere che il Padre abbia voluto il
sacrificio del figlio, proprio perché è sempre il Padre che si è sacrificato.
E quindi non ha senso ritenere che questo sacrificio sia stato fatto
per placare l’ira del Padre.
Poiché però io credo che il
sacrificio di Gesù sia comunque avvenuto, questo non poteva che essere
finalizzato all’ uomo, ossia all’umanità, e non a placare la propria ira.
Con la parabola del Buon Pastore infatti Gesù stesso ci dice:
“ Io sono il buon pastore e conosco le mie (pecore) e le mie pecore conoscono me, come
il Padre conosce me ed io conosco il
Padre. Io do la mia vita per le pecore.
Ed ho altre pecore che non sono di quest’ovile. Anch’esse devo guidare,
ascolteranno la mia voce e saranno un solo gregge, un solo pastore”
Dunque il Verbo si è fatto carne per guidare tutte le pecore in un solo
ovile.
Tuttavia potrà guidarle solo se ascolteranno la Sua voce.
Ma per ottenere il loro ascolto è necessario che dia loro un segno
indiscutibile d’amore che le rassicuri sulla sua intenzione di ricondurle
all’ovile ove si sentono sicure.
Il sacrificio estremo quale segno d’amore e la resurrezione quale segno
di potenza assoluta.
Dunque il Logos che contiene in se il Figlio e lo Spirito Santo
E veniamo al “peccato originale”.
Quello commesso da Eva è senza dubbio una disobbedienza, ma certo non
quella di aver mangiato il frutto proibito.
Ma quello di aver ritenuto che la libertà di arbitrio , ovverosia di
scelta, che era stata concessa all’uomo all’atto della sua creazione, lo
legittimasse a separare Dio dalla sua vita.
Ora, al di là che con tale scelta l’uomo , in ultima analisi, riteneva
di poter fare a meno di Dio, non si rendeva conto che così facendo allontanava
da se la vita stessa.
Giovanni infatti precisa che in Dio “ era la vita e la vita era la luce
degli uomini”.
Una scelta dunque che rifiutava la Vera vita, perché solo quella che
Dio infuse in Adamo può dirsi tale.
Nella Genesi infatti si legge
che fece l’uomo a sua immagine e somiglianza, cioè creandolo per la vita eterna
e non per la morte.
Proprio perché, avendo creato
Adamo simile a se, anche la vita che gli infuse era fuori dal
tempo e dallo spazio, ovverosia senza fine.
Quella di Adamo dunque fu una scelta di morte.
“ e la luce nelle tenebre brilla e le tenebre non la compresero” dice
Giovanni.
Ed è questo il Peccato originale: la scelta delle tenebre che contrasta
con la volontà di Dio al momento della creazione.”
“ Tante altre e diverse
argomentazioni sono state fatte dai Padri della Chiesa” mi rispose l’Angelo
“ ma quelle che tu hai portato hanno il
pregio della semplicità che è essenziale nelle questioni di fede, proprio
perché questa, quand’è sincera, è quasi sempre irrazionale.
Infatti nessun dialogo è possibile con chi non sente nel suo intimo il
desiderio, irrazionale appunto, di credere nell’esistenza di un Logos.”
Stanco per la concentrazione cui
l’Angelo mi aveva costretto chiedendomi in ultima analisi di spiegare a me
stesso, evidentemente, la mia Fede, mi addormentai soddisfatto.
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