Questa notte ho sentito la necessità di cercare una risposta all’affermazione ricorrente di amici che, a fronte della mia fede, mi rispondevano che essendo questa “un dono di Dio” evidentemente loro non erano responsabili della infruttuosità della loro ricerca.
E mentre rimuginavo sulle possibili risposte nella mia
mente mi parve di udire la voce del mio Angelo Custode che mi invitava a
chiarire le ragioni del mio dissenso a tale affermazione fondandomi sulle
parole di Gesù.
“Perché” mi
diceva “il tuo imbarazzo nel trovare le
parole adatte a confutare tale affermazione era dettato dalla errata
convinzione che solo una logica argomentazione avrebbe potuto trovare ingresso
nelle loro menti,
Ma
qui sta l’errore. La fede è sì un dono di Dio e proprio per tale provenienza
non può essere spiegata con la ragione ma solo attraverso le parole stesse di
colui che quelle parole ha pronunciato. Gesù dunque.
Ed
allora Gian Carlo ritorna alla tua Fede e trova le parole adatte a spiegarne il
profondo significato, ignorando quella specie di pudore che ti aveva bloccato,
quasi che tale ritorno fosse un minus intellettuale.”
A questo punto iniziò il mio silenzioso dialogo con
l’Angelo.
“Vedi caro Angelo il primo pensiero che si è manifestato in me sono
state le parole di Pascal :<Non mi ricercheresti se non mi avessi
trovato>, ma i miei amici sostenevano che il loro agnosticismo era la
conseguenza proprio della mancanza di quel Dono divino, quasi che il Signore li
avesse esclusi dal Suo progetto.
Ma
alla mia fede ripugnava pensare che Dio avesse operato una simile scelta in
aperto contrasto con il Libero Arbitrio concesso all’umanità tutta, scelta che
tra l’altro si appalesava con una inesplicabile immotivata condanna.
Il
punto era dunque l’effettività o meno di quel Dono a tutta l’umanità attraverso
le parole di Gesù stesso.
La
risposta l’ho trovata in quel passo del Vangelo di Giovanni (12,21) in cui Gesù
ancor prima dell’arrivo dei Greci venuti ad ascoltarlo, rivolgendosi agli
Apostoli fa questa fondamentale affermazione ;<ora c’è il giudizio di questo
mondo, ora il Principe di questo mondo sarà cacciato fuori. E QUANDO IO SARO’ INNALZATO DA TERRA ATTRARRO’ TUTTI A ME>.
Ma
chi sono quei <tutti>?
La
risposta si trova già nelle sue parole solo che si tenga conto che Gesù usa il termine ora che in quel momento è fuori
dal <tempo e spazio> in cui si trovava, ed in cui l’umanità si trova.
ORA
C’E’IL GIUDIZIO DI QUESTO MONDO.
ORA
IL PRINCIPE DI QUESTO MONDO (ossia il maligno) SARA’ CACCIATO FUORI.
Il
Giudizio Universale dunque è già in corso ed il maligno è stato già cacciato
fuori nel momento in cui Gesù pronuncia quelle parole e dunque in quel momento
Gesù ha già attratto tutta l’umanità presente e futura a se. Queste
osservazioni, che si riferiscono implicitamente al dono della fede che
evidentemente costituisce la premessa di quella attrazione, trovano esplicita
conferma nella Parabole del Buon Pastore.
Ci
riferisce sempre Giovanni (10,1) <In verità, in verità vi dico : chi non
entra nell’ovile per la porta ma vi sale da altra parte, è ladro e assassino.
Chi invece entra per la porta è pastore delle pecore. A lui apre il portinaio.
E le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama per nome le sue pecore e le
conduce fuori. E quando ha fatto uscire tutte le pecore sue, cammina innanzi a
loro e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce…..
Io
sono il Buon Pastore e conosco le mie e le mie conoscono me.
Come il Padre conosce me ed io conosco il
Padre, e per le mie pecore io do la mia vita.
Ed ho altre pecore che non sono di
quest’ovile; anche quelle bisogna che io guidi, e daranno ascolto alla mia voce
sicchè si avrà un solo gregge ed un solo pastore>
Gesù
dunque dichiara espressamente che il Buon Pastore:<chiama per nome le sue pecore> e, quel che più
conta, che LUI è il buon pastore.
Ne
consegue che nel momento in cui fu innalzato
da terra Gesù ha attratto a se tutta
l’umanità PRESENTE E FUTURA proprio perché pronunciava quelle frasi al di fuori
dello Spazio e del Tempo.
E,
quel che più conta, ciascun membro dell’umanità è stato chiamato per NOME.
Per
quanto possa sembrare assurdo, caro Angelo, io credo che il dramma della croce
continui a ripetersi nel tempo per ogni singola persona.
GESU’
DUNQUE NON E’ MAI SCESO DALLA CROCE E NON SCENDERA’ SINO A CHE TUTTE LE PECORE
ABBIANO FORMATO UN SOLO GREGGE.
Dunque
ritornando all’affermazione di Pascal, che prima mi è venuta alla mente,
quell’agnosticismo dichiarato dai miei amici era un giudizio assolutamente
superficiale.
Infatti
non avrebbero potuto dichiararlo se non dopo aver ricercato loro stessi la Fede
, ovverosia Dio, ritenendo di non averlo trovato.
Ma
Pascal, questa volta secondo logica non fideistica, dimostra che non si può
cercare nulla se non se ne conosce l’esistenza, ovverosia se non si è già
trovata.
Ne
consegue che quel Dio che i miei amici affermano non aver trovato era già in
loro, e lo avrebbero riconosciuto proprio da quel sentimento di delusione che
caratterizza la scoperta di essere stati esclusi, secondo loro, dal Dono della
Fede.”
“Ma
allora Gian Carlo pensi proprio che tale errore li condanni irrimediabilmente
agli occhi del Signore?” mi disse l’Angelo “Oppure una simile conclusione ritieni possa
essere smentita dalle stesse parole di Gesù?”
“Sono
certo, proprio in forza della mia Fede nella misericordia del Signore, che Gesù
ha profuso nelle sue parole, che tale decisione, ove si verificasse non sarebbe
attribuibile a quel dichiarato agnosticismo ma al successivo comportamento che
ne fosse derivato.
Perché
proprio quel dichiarato agnosticismo costituisce la prova di una, seppure
infruttuosa, ricerca di Dio che Gesù stesso ha espressamente dichiarato
meritevole di tutti i bisogni materiali degli uomini che facciano tale ricerca.
Mi
riferisco al discorso che Gesù fa sul Regno di Dio, secondo Matteo 6/24.
<Non
siate troppo solleciti per la vita vostra, di quel che mangerete, né per il
vostro corpo, di che vi vestirete. La vita non vale più del cibo, e il corpo
più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo, non seminano,
non mietono, non raccolgono in granai, e il vostro padre celeste li nutre. Or
non valete voi più di loro?
E chi di voi per quanto pensi e ripensi può
aggiungere alla sua vita un solo cubito? E perché darsi tanta pena per il
vestito?
Guardate come crescono i gigli di campo, non
lavorano e non filano, eppure vi assicuro che nemmeno Salomone, in tutta la sua
gloria, non fu mai vestito come uno di loro. Or se Dio riveste in questa
maniera l’erba del campo che oggi è domani viene gettata nel forno, quanto più
vestirà voi gente di poca fede?
Non vogliate dunque angustiarvi dicendo: che
cosa mangeremo? Che cosa berremo? Di che cosa ci vestiremo?
Di
tutte queste cose, infatti si danno premura i pagani, or il Padre vostro sa che
avete bisogno di tutto questo.
CERCATE PRIMA DI TUTTO IL REGNO DI DIO E LA
SUA GIUSTIZIA, E TUTTE QUESTE COSE VI SARANNO DATE PER GIUNTA>.
Se
dunque Gesù ci dice che il Padre proteggerà in vita coloro che lo ricercano,
come potrà mai non essere MISERICORDIOSO con quelli che non siano, o almeno,
credano di non esservi riusciti?”
“Anche
io lo credo” mi rispose l’Angelo.